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27.4.17

Lucky me


appena decollati, qualcuno fa il punto della situazione : (dal basso) airport, plane, clouds. 

Vacanze di half term + vacanze di Pasqua significano 3 lunghe settimane da trascorrere in Italia.
Si torna a casa... anche se poi, esattamente, quale sia la vera casa non lo sappiamo più. Spostare continuamente il baricentro da una parte all'altra mi ha sempre dato la nausea, ma forse mi lamenterei del contrario se abitassi in un altro continente e raggiungere l'Italia fosse più complicato.


A parte lo stress delle valigie, del viaggio e di fare il pieno di beghe familiari, c'è di buono che abbiamo il mare vicino. 



Non importa se l'acqua sia ancora fredda.


Possiamo fare nuove amicizie.




E ritrovare quel gelato, vecchia passione della scorsa estate.




Attenzione a non rilassarsi troppo però.
Ah le buche sulle strade, dannazione... non le avevo considerate.
Un passo falso e olé: distorsione della caviglia.


Vacanze rovinate. Per fortuna che, in aeroporto,  prima di partire avevo comprato uno dei magazine preferiti.
Una settimana senza poter camminare passa più in fretta, leggendo ciò che ti piace.


Respira, respira... io ci provo, ma in fondo uno Spritz bello carico funziona meglio dell'ibuprofene e dei consigli sulla mindfulness.
Non si dice, forse, che la guarigione sia anche "una questione di testa"?
Perfetto.


Ma sì, poteva andare peggio. (Filosofia del bicchiere mezzo pieno. O mezzo vuoto? ...non ricordo)





Una delle cose più preziose è essere riusciti a trascorrere almeno una giornata insieme ai cuginetti.

cuginetti in azione


Il tempo di uno spaghetto alle vongole, due tiri al pallone et-voilà... è già ora dei saluti, di rifare le valigie. Di spostare un'altra volta il baricentro.


ma che davvero? ;-)

L'attesa in aeroporto è lunga ed estenuante a causa di un grosso ritardo sul nostro volo.
Forse è una buona occasione per addolcire il distacco da questo Paese, da questa città bellissima che attraverso i poster, esposti nell'area imbarco, vuole abbracciarci ancora, prima di lasciarci andare.



In questa terra di mezzo che è l'aeroporto, ogni momento è scandito da un tempo interiore.

photo credit: My Son


Dove stiamo andando è un pensiero inevitabile, poiché la nostra personale destinazione non è mai indicata sul biglietto.


photo credit: My Son


Di questo un piccolo viaggiatore non se ne cura ma, anzi, preferisce ingannare il tempo rubando sfacciatamente gli sguardi altrui. 


photo credit: My Son

Le immagini di Roma ci seguono fino al gate delle partenze.

arbitro segnapunti

In questa atmosfera surreale c'è il tempo perfino di fare una partita.
Basta tirare fuori una piccola palla dallo zaino (ultimo stratagemma per intrattenere un bambino stanco e annoiato), per accorgersi che uno ad uno tutti i passeggeri - adulti - in fila davanti al nastro divisorio, non resistano a rilanciare la palla appena si avvicini al loro piede.
La scena si muove via via come in un film, tra sguardi increduli e sorrisi divertiti. 



Finalmente si parte. Le Alpi sembrano onde increspate del mare.

Tre settimane di vacanza sono lunghissime ma, come al solito, le giornate davvero serene si contano sulle dita di una mano. Allora concentriamoci su quelle e cerchiamo di esserne grati.